Chiesa di Santa Maria del Carmine – ex Convento Carmelitano
Il Convento Carmelitano fu fondato nel 1714 grazie a un lascito testamentario di Demetrio Maulà, che destinò i suoi beni al Monastero del Carmine di Melfi per la costruzione di un convento a Barile. Completato nel 1758, fu sostenuto da ulteriori donazioni. I frati Carmelitani vi operarono fino all’Ottocento, ospitando figure di rilievo come Michele Granata, che nel 1770 vi insegnò teologia. Tra il 1835 e il 1866, con il declino dell’ordine, divenne un ricovero per fanciulle povere, noto come Convento di Santa Cristina, e dopo l’Unità d’Italia passò all’amministrazione comunale. Nel 1922, grazie a Giustino Fortunato e Padre Giovanni Minozzi, divenne sede dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia (ONMI).
Nel XX secolo, il convento ebbe un ruolo sociale, ospitando scuole e un asilo nido, ma il terremoto del 1980 e il calo degli orfani portarono alla chiusura definitiva. Nel 1982, fu installato un busto in onore di Padre Minozzi. Parte del complesso, la Chiesa di Santa Maria del Carmine, ha un’architettura sobria, con un interno ad aula unica e un altare maggiore dedicato alla Vergine del Carmelo. Un tempo affrescata con scene della vita della Madonna e dei santi carmelitani, divenne un centro di devozione mariana, con celebrazioni solenni come la festa della Madonna del Carmine il 16 luglio.
Anche dopo l’abbandono dell’ordine, il convento rimase un luogo di preghiera, soprattutto durante l’orfanotrofio. Dopo la soppressione napoleonica, nel 1829, l’Università di Barile ne chiese la concessione ai Francescani Osservanti, ma il vescovo lo destinò a orfanotrofio per fanciulle povere, attivo fino al 1866, quando le orfane furono trasferite a Potenza. Successivamente divenne ricovero per famiglie bisognose e, nel 1907, fu affidato alle Povere Figlie di Sant’Antonio, per poi essere annesso all’ONMI nel 1920.
Un manoscritto di Padre Minozzi racconta le difficoltà nella ristrutturazione del convento, danneggiato dopo la disfatta di Caporetto dai profughi veneti, che vi ospitarono orfanelle albanesi. La chiesa, pur mantenendo la sua funzione religiosa, restò un punto di riferimento per la comunità, ma il terremoto del 1980 ne sancì il definitivo declino, ponendo fine a un luogo che per secoli fu un pilastro spirituale e sociale per Barile.
