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Dipinto Annunciazione

Conservata nella chiesa di San Nicola Vescovo a Barile, L’Annunciazione, attribuita a Girolamo Bresciano e databile alla prima metà del XVII secolo, è un raffinato esempio di pittura manierista. Il dipinto raffigura l’Arcangelo Gabriele nell’atto di annunciare a Maria, inginocchiata presso un leggio, il messaggio divino. Le ali dell’angelo, bianche con riflessi scarlatti, si stagliano su uno sfondo che si apre su un paesaggio luminoso.

In alto, Dio Padre è circondato da angeli e regge un globo con croce, mentre il Bambino Gesù, avvolto in una mandorla luminosa, discende verso Maria. L’iconografia riprende modelli tipici del Pietrafesa, in particolare quelli presenti nella chiesa di San Michele a Potenza.

Un dettaglio singolare rende l’opera ancora più significativa per la comunità di Barile: in basso a sinistra è raffigurato un committente con abiti simili a quelli di un papas greco-bizantino. Questo particolare rimanda chiaramente alle radici arbëreshë del paese e suggerisce un intreccio profondo tra fede, arte e identità.

L’attribuzione del dipinto a Bresciano fu avanzata da Grelle nel 1981, basandosi su confronti stilistici con altre opere dell’artista, attivo tra il 1628 e il 1645. Bresciano fu influenzato dalla pittura del Pietrafesa, di cui riprese l’armonia compositiva, la sensibilità luministica e l’impianto tipicamente manierista. Tuttavia, L’Annunciazione di Barile presenta un’atmosfera più intima e domestica: l’interno della scena, quasi una raffinata camera da letto, si apre con discrezione sul mondo esterno, creando un delicato equilibrio tra sacro e quotidiano.

Ma al di là del valore artistico, l’opera assume un significato storico e culturale di particolare rilevanza. Fino al XVII secolo, la comunità di Barile seguiva il rito greco-bizantino, in linea con le sue origini arbëreshë, eredità dei profughi albanesi giunti nell’Italia meridionale nel XV secolo. Tuttavia, con la nomina nel 1627 di un sacerdote latino per volontà del vescovo di Rapolla e Venosa, Placido della Marra, ebbe inizio un processo di graduale latinizzazione. L’Annunciazione riflette questo momento di passaggio: un’opera sospesa tra due mondi, tra Oriente e Occidente, capace di raccontare visivamente una coabitazione culturale complessa ma feconda.

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